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13 mag 2019

Sostanze e prodotti pericolosi che si utilizzano in edilizia

Quando si parla di sicurezza per i lavoratori in ambito di edilizia troppo spesso si pensa solamente a rischi per l'incolumità fisica degli stessi. Eppure questo, pur non essendo un aspetto di secondaria importanza, non è certo l'unico da prendere in considerazione.

Infatti è importante sottolineare che il rischio per chi opera nell'edilizia è anche legato all'utilizzo di determinate sostanze che possono diventare molto dannose per la salute.

Sicurezza nei luoghi di lavoro: le sostanze tossiche e pericolose

Il riferimento legislativo di questa fondamentale istruzione per le imprese edili arriva direttamente dal Decreto Legislativo 81/2008 che annovera alcune delle sostanze che possono ledere alla salute delle persone.

Per questo è importante ed obbligatorio includere nel Piano Operativo Sicurezza prima dell'apertura del cantiere.

Tipi di sostanze tossiche e pericolose

Tra quelli che vengono annoverati all'interno della legge, si parla degli adesivi, sia quelli per pavimenti che per pareti, o anche additivi per calcestruzzi e malte cementizie, fino ad arrivare ai trattamenti decorativi di metalli, legno e murature. Senza dimenticare quelle sostanze chimiche che da tempo sono nell'occhio del ciclone, ovvero solventi, isolanti con schiume e intonaci.

Sono dunque svariate le sostanze a cui fare davvero molta attenzione in quanto ci sono stati anche degli studi che hanno permesso di appurarne l'effettiva pericolosità. E la cosa a cui gli imprenditori edili devono fare molto attenzione è alla frequenza di utilizzo e di contatto dei propri lavoratori con tali sostanze.

Va comunque precisato che la classificazione dei vari preparati pericolosi prevede una differenziazione in base alla concentrazione delle sostanze pericolose presenti all'interno. Basti pensare, giusto per fare un esempio effettivo, alla candeggina e all'ipoclorito di sodio i cui utilizzi in campo edile sono svariati e che hanno una classificazione diversa prevista dal Regolamento CE n. 1272/2008.

Gli agenti chimici a cui bisogna fare attenzione per la salute di chi è costantemente esposto vengono classificati anche in base alla loro forma fisica. Questo ne influenza inevitabilmente il contatto: quelle in forma di aerosol sono indubbiamente le principali e quelle che possono avere conseguenze importanti sulla salute a medio-lungo termine.

Ci sono perciò classificazioni diverse, partendo dalle fibre, ovvero quelle sostanze filamentose che possono essere inalate e che hanno dimensioni molto piccole. Arrivando poi alle polveri e ai fumi che sono microparticelle molto concentrate di sostanze tossiche, fino a dover parlare delle nebbie che sono costituite da vere e proprie goccioline. Poi ci sono gli stati aeriformi, quindi gas e vapori che tendono ad essere inalati anche a distanze molto elevate.

Proprio le polveri sono quelle di cui si discute molto negli ultimi anni in tantissime città d'Italia, visto l'elevato tasso di inquinamento da esse provocato. In ambito edilizio maggiormente pericolose sono quelle silicotigene che contengono silice libera cristallina.

L'inalazione di questa, alla lunga, può determinare una patologia alquanto grave per l'albero respiratorio, nota come silicosi. Ecco perché viene sempre consigliato di bagnare bene il materiale di lavorazione, aspirare localmente la polvere, usare utensili a bassa velocità e soprattutto protezioni apposite.

Un'ultima attenzione quando si parla di sicurezza in edilizia va posta anche all'utilizzo di oli disarmanti. Si può entrare in contatto nella preparazione di casseforme metalliche o anche per inalazione durante l'applicazione a spruzzo.

Le loro conseguenze possono essere molto importanti sulla salute anche nel breve termine, motivo per cui per limitarne i rischi, si parte da alcune indicazioni fondamentali: applicarli a pennello è la prima cosa, fino ad arrivare all'uso costante di maschere per vapori così da non andare incontro ad inalazioni pericolose. Senza dimenticare che sarebbe bene evitare quanto più possibile l'uso di oli esausti, considerando soprattutto le varie alternative presenti in edilizia.